Mancato risarcimento dell’assicurazione per danni all’auto in caso di eventi atmosferici: la storia di Giacomo
L’auto distrutta dai danni del vento
Luglio 2021 fu un mese tormentato da molti temporali di forte intensità in tutta la Sicilia.
In particolare, nella notte del 18 luglio, in provincia di Palermo, si abbatté una tempesta con grandine e venti molto forti, che causò un alto numero di alberi abbattuti e di strade allagate.
L’auto di Giacomo, una Renault Megane immatricolata solo l’anno prima, venne completamente distrutta dalla caduta di un grosso tronco di un pino marittimo che, sradicato dal vento, cadde sul tetto dell’auto parcheggiata non lontano da casa, piegando le lamiere e distruggendo tutto l’interno.
L’auto era da demolire: la riparazione era impossibile.
Al momento dell’acquisto della sua Renault, Giacomo l’aveva assicurata con la compagnia di assicurazione per la responsabilità civile auto; aveva anche esteso la garanzia per gli eventi atmosferici, per un massimale pari al valore dell’auto, al netto della franchigia.
La mattina successiva al fatto, Giacomo si recò nell’agenzia di assicurazione dove aveva stipulato la polizza, per denunciare l’accaduto: consegnò le fotografie della sua auto e il verbale di intervento della ditta che aveva rimosso il mezzo.
Il suo amico di lunga data, Mauro, agente assicurativo e titolare dell’agenzia, registrò la denuncia e aprì sul software il sinistro “eventi atmosferici”, intestato a Giacomo; allo stesso tempo, lo rassicurò: entro poche settimane sarebbe stato indennizzato del valore dell’auto, al netto della franchigia.
Il perito della compagnia di assicurazione, incaricato della direzione liquidazioni accentrate di Milano, entro tre giorni si recò nella carrozzeria dove era ricoverata la vettura; nel pomeriggio dello stesso giorno, inviò una perizia sul portale periti della compagnia di assicurazione, confermando che il veicolo era da demolire e che i danni subiti erano compatibili con la caduta di un grosso tronco di albero.
Visto lo scarico della perizia sul portale informatico, Mauro telefonò subito all’amico, per confermargli che, con tutta probabilità, entro pochi giorni avrebbe ricevuto l’indennizzo pari al valore assicurato, tolti il degrado d’uso e la franchigia. Gli chiese, così, di inviargli il suo IBAN poiché probabilmente, per velocizzare la pratica, la direzione liquidazione sinistri non gli avrebbe nemmeno chiesto di firmare un atto di quietanza, fidandosi della credibilità del suo agente di zona.
Il rifiuto del risarcimento dei danni
Tuttavia, una settimana dopo arrivò un’amara sorpresa. Giacomo ricevette una raccomandata dalla sua assicurazione; nella comunicazione era precisato che il danno denunciato non era coperto, poiché la garanzia per gli eventi atmosferici comprendeva, come era scritto in polizza, i soli danni subiti in forma diretta dall’evento.
Incredulo, Giacomo telefonò subito a Mauro, il suo assicuratore. Mauro, quasi vergognandosi, e anche arrabbiato con la sua mandante, gli riferì “a voce” che l’ufficio sinistri della sua assicurazione interpretava per danni diretti – i soli coperti in garanzia – quelli in cui l’evento atmosferico stesso aveva creato il danno; riteneva invece indiretto quanto aveva subito l’auto di Giacomo: in sostanza, per l’assicurazione, non era stato il vento a danneggiare il veicolo, bensì un ramo di un albero.
In altre parole, per la compagnia di assicurazione, la copertura per eventi atmosferici era prevista solo nel caso in cui il vento stesso fosse stato tanto forte da sollevare un’auto e poi danneggiarla nel momento della ricaduta al suolo: nonostante potesse sembrare assurdo e ridicolo, non potevano esserci altre spiegazioni.
La scelta di Giacomo: incaricare dei professionisti del risarcimento danni
Tuttavia, Giacomo non si perse d’animo. Al contrario, chiamò il nostro numero verde 800 699 181 e, il giorno dopo, ci incaricò di parlare con la sua compagnia di assicurazione.
In dieci giorni tutto si risolse: la nostra segreteria di Direzione, su indicazioni della nostra area tecnico liquidativa, inviò una puntuale corrispondenza all’assicurazione, invitandola a formalizzare in via scritta i motivi del diniego dell’indennizzo, e comunicando che, in caso di difetto di riscontro, avremmo segnalato la gestione del sinistro all’Ivass, l’Organo di Vigilanza dedicato al monitoraggio del corretto operato delle compagnie assicurative.
Per l’appunto, eravamo consapevoli che paventare il ricorso all’organo di controllo amministrativo avrebbe obbligato l’assicurazione a formalizzare una risposta più precisa.
Dopo decenni di esperienza, sapevamo anche che, difficilmente, questa risposta sarebbe stata messa “nero su bianco” dall’assicurazione, considerata la sua assurdità e pretestuosità interpretativa.
Cosa ottenne Giacomo grazie a Infortunistica Tossani
In soli quindici giorni, la compagnia di assicurazione inviò:
- un assegno intestato a Giacomo e indirizzato alla nostra Direzione di Bologna, pari all’importo del valore assicurato della Renault Megane, detratta la franchigia;
- la lettera accompagnatoria, motivando la liquidazione come indennizzo a termini di polizza, senza alcun riferimento ad alberi, vento né danni diretti o indiretti.
Sarebbe inutile commentare, dal punto di vista giuridico e contrattuale, che quanto affermato dall’assicurazione, senza dubbio, sia stata un’interpretazione molto fantasiosa.
Quel che conta è sottolineare la decisione di Giacomo e la sua reazione: Giacomo scelse di non mollare, bensì di farsi aiutare dai professionisti di Infortunistica Tossani per ottenere il giusto risarcimento.
La sua determinazione, e la nostra esperienza ultradecennale, alla fine, lo hanno premiato.
Nota bene: per rispetto della privacy dei nostri clienti, i nomi citati in questo caso sono di pura fantasia.
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