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Incidente stradale con la moto: risarcimento, lotte e (poco) buonsenso nella storia di Mauro


Blog post
8 Aprile 2021

A dispetto della regolarità con cui Mauro, per un decennio, aveva saldato il premio della sua polizza assicurativa per gli infortuni personali, la compagnia di assicurazione si rifiutò di liquidare anche un solo euro in seguito a un grave incidente motociclistico. Il motivo? Da circa tre anni, Mauro aveva scoperto di essere diabetico.

Per comprendere questo paradossale intreccio, conosciamo meglio la storia di Mauro.

L’incidente in moto

La sera del 15 aprile 2016, sulla strada verso casa, a Morbegno, nella bassa Valtellina, Mauro, alla guida della sua motocicletta, fu urtato da un pesante autoarticolato in prossimità di uno svincolo, presso una rotatoria. L’incidente fu provocato dalla distrazione del conducente del camion, impegnato a inviare un SMS.

Le ferite riportate da Mauro furono tanto gravi che, nonostante i disperati tentativi dei sanitari, gli vennero amputati gli arti inferiori.

Dopo diversi mesi di ricovero in un rinomato ospedale milanese, su nostra insistenza, la compagnia di assicurazione del camion versò a Mauro un primo acconto di risarcimento, pari a 130.000 euro.

Con il passare dei mesi, dopo l’amputazione degli arti, a un anno circa dall’incidente, riuscimmo a ottenere un risarcimento quasi pari a 2.000.000 di euro per Mauro e la sua famiglia, grazie alle visite mediche e alle lunghe trattative.

Ma la lotta per i diritti di Mauro non era ancora finita.

Il risarcimento negato dalla compagnia di assicurazione

Nel 2006, dieci anni prima dell’incidente, Mauro aveva stipulato una polizza per gli infortuni del conducente, per cui aveva sempre saldato il premio. Questa polizza prevedeva la liquidazione di un massimale di 100.000 euro in caso di infortunio con invalidità pari o superiore ai sessanta punti: esattamente la situazione di Mauro.

Nonostante questo, la compagnia di assicurazione, venuta a conoscenza del diabete di Mauro, ritenne di poter negare il diritto al risarcimento. La compagnia sostenne che, se fosse stata a conoscenza del diabete, non avrebbe mai assicurato Mauro, poiché i diabetici sono considerati a rischio di incidenti.

Mauro e la sua famiglia furono sconcertati: non erano a conoscenza dell’obbligo di informare l’assicurazione della sua condizione di diabetico, anche perché il loro agente assicurativo non li aveva mai informati rispetto a questo punto.

La Direzione liquidativa di Tossani, con “rabbia” giustificata, puntualizzò subito all’assicurazione l‘infondatezza delle loro motivazioni.

Per l’appunto, è innegabile che la condizione di affezione da diabete esponga le persone a maggiori rischi, per esempio in relazione alla lucidità nelle reazioni e nell’equilibrio, ed è evidente quindi che il “rischio” per le assicurazioni in questi casi aumenti, il che consente alle compagnie di rifiutare la richiesta di assicurazione o di chiedere un premio di polizza maggiore.

Tuttavia, nel caso di Mauro la condizione di diabetico non aveva alcun nesso causale con la dinamica dell’incidente: in altre parole, l’autoarticolato avrebbe potuto investire chiunque; non era certo rovinato addosso a Mauro perché lo stesso aveva perso l’equilibrio o era svenuto.

La sfida di Infortunistica Tossani alla compagnia assicurativa

L’ufficio liquidativo di Infortunistica Tossani, con un atteggiamento in questo caso al limite fra lo sdegno e il sarcasmo, sfidò sul piano giuridico la direzione sinistri dell’assicurazione, invitandola a dimostrare quale fosse la correlazione fra un veicolo a motore che sbanda e il diabete di chi viene investito dallo stesso.

Il guanto di sfida fu lanciato: la compagnia assicurativa doveva trovare delle sentenze di giurisprudenza che potessero sostenere la propria tesi.

Il risultato? Come prevedibile, la compagnia non fu capace di dimostrare che un diabetico, a causa della sua malattia, potrebbe indurre un automezzo a urtarlo.

Quale risarcimento ottenne Mauro grazie a Infortunistica Tossani

Il dialogo con l’assicurazione fu lungo, e si concentrò su temi riferibili all’affidabilità e alla buona fede delle parti in un contratto.

La minaccia di intentare una causa e di denunciare tutta la storia alla stampa sortì i suoi effetti: nel 2018, Mauro ottenne la liquidazione del suo indennizzo per 100.000 euro.

Un’altra battaglia vinta, anche se, in questo caso, non avrebbe dovuto esserci alcun motivo di lotta: sarebbe stato sufficiente il buonsenso.

Nota bene: per rispetto della privacy dei nostri clienti, i nomi citati in questo caso sono di pura fantasia.

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