Incidente tra minori, responsabili i genitori
La responsabilità dei genitori per gli incidenti causati dal figlio di tenera età è sempre da prendere in considerazione.
È il caso di un bambino di 7 anni che, con la propria bicicletta, ha investito un bambino di 4 anni. La vicenda ha avuto un iter giudiziario terminato con la Corte di Cassazione che si è espressa riconoscendo in capo ai genitori del bambino di 7 anni la colpa dell’accaduto.
Il caso
Nel maggio del 2003, in provincia di Napoli, all’interno di un parco, un bambino di 7 anni investe con la propria bicicletta un bimbo di 4 anni mentre passeggiava tenuto per mano dalla madre. Il bimbo piccolo riporta una frattura al gomito sinistro con postumi permanenti.
Inevitabile la battaglia legale tra i genitori per la responsabilità dell’accaduto.
L’iter giudiziario
Per i Giudici, prima in Tribunale e poi in Corte d’Appello, è evidente la responsabilità della madre e del padre del bambino di 7 anni. Questi ultimi vengono infatti condannati a pagare il risarcimento dei danni subiti dal piccolo di 4 anni.
Gli Ermellini cassano il ricorso proposto dal legale dei genitori del bimbo di 7 anni che puntava al fatto che l’illecito era stato commesso nella sfera di autonomia del bambino: in questo contesto l’attività del bimbo era sottratta al costante controllo dei genitori, specie contando che l’incidente era avvenuto in un parco, dove i bambini sono soliti svolgere attività di svago e quindi diventano impossibili da controllare per i genitori.
Gli Ermellini, infatti, oltre a non accogliere il ricorso per autonomia del bambino, riconoscono la colpa dei genitori del bimbo di 7 anni basandosi sul principio di “Educazione”. Essendo stata riconosciuta “negligente” la condotta di guida della bicicletta da parte del bambino più grande, è risultata evidente dunque la responsabilità dei genitori per “non avere impartito al figlio un’educazione sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione” e per “non avere svolto una vigilanza adeguata in relazione all’età, all’indole e al carattere del figlio”.
A ciò si aggiunge anche che la presunta “precoce emancipazione” del bambino di 7 anni non può né escludere né attenuare “la responsabilità dei genitori”, i quali, anzi, “hanno l’onere di impartire ai figli l’educazione necessaria per non recare danni a terze persone nella loro vita di relazione” e “debbono rispondere delle carenze educative a cui l’illecito commesso dal figlio sia riconducibile”.
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